CAPITALISMO VERDE

Green Growth (crescita verde, sviluppo sostenibile, capitalismo verde)

di Paolo Cacciari

COSA SIGNIFICA

L’idea di fondo portata avanti da chi sostiene la “crescita verde” è che sia possibile continuare a incrementare il valore monetario delle merci prodotte e vendute sui mercati (misurato in Prodotto Interno Lordo mondiale) diminuendo però contemporaneamente il loro impatto fisico sull’ambiente naturale (misurato in termini di: emissioni di gas e altre sostanze inquinanti, produzione di rifiuti, perdita di biodiversità, estrazione di materiali e risorse non rinnovabili, altro ancora in termini di diminuzione del “capitale naturale” a disposizione delle generazioni future). Questa ipotesi viene chiamata decoupling (disaccoppiamento, scollegamento). In pratica la ricchezza economica delle nazioni non verrebbe intaccata dalla necessità di distruggere meno risorse naturali.

La critica all’ipotesi della “crescita verde” tramite decoupling (anche nelle sue varie declinazioni e specificazioni, quali: green economy, economia circolare, clean tecnology e altre) si basa, prima di tutto, sulle evidenze scientifiche degli ultimi 50-60 anni. In particolare: la costante crescita dei gas climalteranti; la estinzione di specie animali e vegetali; la diffusione delle epidemie da zoonosi dovuta alla distruzione degli habitat naturali; l’aumento del prelievo di materie prime e di materiali; l’inquinamento degli oceani  e, in generale, la crisi dei cicli vitali della biosfera. In pratica si è potuto constatare che ogni nuova produzione industriale (anche se realizzata con tecnologie innovative) si trascina dietro una quota aggiuntiva di materiali e di energia che, moltiplicata per il volume crescente delle merci e dei servizi immessi sul mercato, aumenta inesorabilmente l’“impronta ecologica” dell’umanità compromettendo la vitalità della biosfera. 

Due esempi per non rimanere troppo sul vago. È vero che le tecnologie ITC digitalizzate su internet (Information and Comunication Tecnology) permettono di sviluppare maggiori scambi virtuali, ma l’energia necessaria per far funzionare tutti gli apparati connessi (con le corrispondenti quantità di CO2 emesse) ha superato già oggi, ad esempio, tutta quella impiegata dal trasporto aero. È vero che i grandi gruppi industriali (e i loro finanziatori) sono impegnati nella strategia “zero emissioni nette al 2050”, ma gran parte delle loro azioni si limitano a compensare le emissioni comprando “crediti di carbonio” (ora a 40 euro a tonnellata) sulla piazza europea European Energy Excange, o nelle aste pubbliche degli stati (due milioni di quote collocate, per esempio, dal governo italiano), o investendo in dubbi programmi di riforestazioni in altre parti del globo, nei paesi impoveriti. 

COSA FARE

Le nuove tecnologie “a risparmio” di energia (quelle che usano  energie rinnovabili: solare, eolico, biomasse) e le innovazioni dei processi industriali a risparmio di materiali (quelle che recuperano, riusano, riciclano) non sono sufficienti nelle quantità e nei tempi necessari ad invertire la tendenza in atto distruttiva dell’ambiente naturale. Occorre anche ridurre la domanda globale di energia e di materia impiegate nei cicli produttivi, distributivi e di consumo delle merci. È necessario soddisfare i  bisogni e i desideri dell’umanità utilizzando meno oggetti e meno servizi. È necessario cambiare gli stili di vita delle popolazioni e i loro sistemi di sussistenza, ad incominciare dalle persone che hanno una maggiore impronta ecologica. La conseguente diminuzione del volume del  montante monetario a disposizione (denaro in circolazione) dovrà essere compensato da un aumento della qualità e della durevolezza degli oggetti, della salubrità dell’ambiente, dell’autoproduzione, dello scambio non monetario, della cooperazione volontaria, della mutualità, del dono e, in ultima istanza, della migliore relazionalità tra le persone. Questa è l’ipotesi auspicata dai sostenitori di una società della decrescita per ritrovare una armonia tra l’umanità e la natura.

GLOSSARIO

Biosfera (o ecosfera) è la parte della Terra dove vi sono le condizioni per la rigenerazione della vita.

Biodiversità è il numero e la numerosità delle specie animali e vegetali (attualmente sono 2.235.362 le specie censite)  presenti in una determinata area (ecosistema).

Decrescita è una teoria e un movimento politico culturale che si occupa di ecologia, bioeconomia, antropologia culturale e sociologia. Rivendica una revisione integrale del rapporto tra esseri umani e natura. 

Gas climalteranti sono le emissioni che rendono opaca l’atmosfera e impediscono ai raggi solari di riflettersi, creando un “effetto serra” surriscaldano il pianeta. In prevalenza sono generati dalla combustione.

Pil è il valore aggregato, a prezzi di mercato, di tutti i beni e i servizi  prodotti in un anno su un determinato territorio. Zero emissioni nette al 2050 (o Neutralità climatica) è l’obiettivo che si è data la Unione Europea con la strategia Geen Deal. Si tratta di diminuire le emissioni dei gas climalteranti per non superare un aumento delle temperature di non oltre 1,5 centigradi.

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE IN ITALIANO

Paolo Cacciari, Ombre verdi. L’imbroglio del capitalismo green, Altreconomia, Milano 2020, al quale rimandiamo per l’ampio elenco bibliografico sul tema.

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consegna scritta da Paolo Cacciari a seguito dell’incontro del 24 giugno 2021

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Verificata da Redazione LPDE
prima pubblicazione 3 LUGLIO 2021
possibili aggiornamenti // a seguire

Immagine cover di Stefano Zattera, tratta da IL BUCO NOIR.

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PAOLO CACCIARI è giornalista, attivista e lucido pensatore sui temi cruciali per i movimenti sociali e ambientalisti, oltre che riferimento nazionale sul tema della decrescita. Eletto Deputato nella XV legislatura, negli anni 2000 è stato a più riprese amministratore, assessore e vice-sindaco del Comune di Venezia. Collabora con diverse testate come Comune-info.net e Altreconomia. È autore di numerosi saggi sui temi dell’economia solidale, tra cui “Decrescita o barbarie” (Carta e Intra Moenia, 2006), “Viaggio nell’Italia dei beni comuni” (Marotta & Cafiero, 2012), “Vie di fuga” (Marotta & Cafiero, 2014), “101 piccole rivoluzioni” (Altreconomia, 2017), “L’Economia trasformativa“ (Altreconomia, 2020), “Transizione Ecologiche” (Altreconomia, 2021), oltre a “Ombre verdi” (Altreconomia, 2020), tema di questa Consegna.

2 pensieri riguardo “CAPITALISMO VERDE

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