ECOLOGIA SOCIALE

Social Ecology (ecologia sociale)

di Selva Varengo

COSA SIGNIFICA

Scegliere di parlare di ecologia sociale significa avere una visione chiara delle strette connessioni tra questioni ecologiche e questioni sociali. In particolare il termine ecologia sociale nasce dalle analisi di Murray Bookchin (1921-2006), uno dei pionieri del movimento ecologista nonché uno dei più importanti pensatori politici del ‘900.  

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BIODIVERSITÀ

Biodiversity (biodiversità)

di Paola Peresin

COSA SIGNIFICA

Storicamente, il pensiero della civiltà occidentale è frutto della matrice culturale greca e latina dove la poesia e la scienza hanno sempre proceduto unite, senza alcuna dicotomia. Utile ricordare come Galileo Galilei (fondatore del metodo scientifico) non sarebbe stato così grande se non fosse stato anche un maestro di retorica (per Italo Calvino, Galileo non è solo un grande scienziato e un grande filosofo, ma il più grande scrittore della letteratura italiana) e come Giacomo Leopardi scrisse una storia dell’astronomia. 

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CRIMINE AMBIENTALE

Enviromental Crime (crimine ambientale)

di Alberto Peruffo

COSA SIGNIFICA

Il crimine ambientale è un crimine sociale, esternalizzato, all’ennesima potenza.

Per questa sua natura incontrollabile e incontrollata – di essere esterno alla sua stessa produzione – è un crimine sociale all’ennesima potenza, ossia potenziato dall’assemblaggio – dalla confluenza casuale e caotica – di tutti gli altri crimini sociali (esternalizzati) che insieme determinano cambiamenti abnormi e a volte irreversibili o difficilmente reversibili. Cambiamenti o crisi a cui tutti gli esseri sono sottoposti, come il cambiamento climatico o altre crisi con conseguenze sistemiche, assemblate nelle dinamiche di insieme che compongono il sistema mondo.

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CAPITALOCENE

Capitalocene (crisi sistemica, era del capitale)

di Alice Dal Gobbo

COSA SIGNIFICA

L’idea di “Capitalocene” (accompagnata da una miriade di altri nomi che sono stati dati alla nostra epoca: Negrocene, Uomocene, Piantagionocene, Chthulucene, Wastocene…) nasce dalla ricezione del dibattito sull’Antropocene all’interno delle scienze umane e sociali, per problematizzarlo. Non si tratta di discuterne l’accuratezza e la veridicità su un piano strettamente scientifico. Ci si chiede piuttosto che cosa fa il discorso dell’Antropocene: che interpretazioni e risposte alla crisi ecologica favorisce.

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ANTROPOCENE

Anthropocene (antropocene, epoca geologica attuale)

di Dario Zampieri

COSA SIGNIFICA

Antropocene (da Anthropos = uomo e kainos = recente) è il nome proposto per una nuova epoca geologica, quella che seguirebbe l’Olocene. Quest’ultima epoca, iniziata 11.700 anni fa con il passaggio dall’ultima glaciazione alla fase interglaciale in cui viviamo, ha visto la rapida risalita del livello marino di ben 60 metri. Con la stabilizzazione delle linee di costa, circa 8000 anni fa, Sapiens ha iniziato a praticare l’agricoltura e la pastorizia, vivendo in modo stanziale ed aumentando di numero. Ne sono seguiti la nascita delle città e di tutto ciò che intendiamo per civiltà. Sebbene la proposta dell’Antropocene venga fatta risalire all’articolo del nobel per la chimica Paul Crutzen (Nature, 2002), l’idea che l’umanità costituisca una potente forza in grado di sovrastare la Natura risale almeno al diciassettesimo secolo.

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CAMBIAMENTO CLIMATICO

Climate Change (cambiamento climatico)

di Chiara Bettega

COSA SIGNIFICA

Il clima è un sistema complesso e in quanto tale è dinamico, in continua evoluzione per sua stessa natura. Tuttavia può essere influenzato anche da fattori esterni naturali, come la posizione dell’orbita terrestre, le oscillazioni cicliche dell’attività solare, le eruzioni vulcaniche o l’impatto di meteoriti. Per tutti questi motivi, il clima sulla Terra è sempre cambiato. 

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CAPITALISMO VERDE

Green Growth (crescita verde, sviluppo sostenibile, capitalismo verde)

di Paolo Cacciari

COSA SIGNIFICA

L’idea di fondo portata avanti da chi sostiene la “crescita verde” è che sia possibile continuare a incrementare il valore monetario delle merci prodotte e vendute sui mercati (misurato in Prodotto Interno Lordo mondiale) diminuendo però contemporaneamente il loro impatto fisico sull’ambiente naturale (misurato in termini di: emissioni di gas e altre sostanze inquinanti, produzione di rifiuti, perdita di biodiversità, estrazione di materiali e risorse non rinnovabili, altro ancora in termini di diminuzione del “capitale naturale” a disposizione delle generazioni future). Questa ipotesi viene chiamata decoupling (disaccoppiamento, scollegamento). In pratica la ricchezza economica delle nazioni non verrebbe intaccata dalla necessità di distruggere meno risorse naturali.

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